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giovedì 23 giugno 2011

A Corte Franca il difensore civico non c’è più da oltre un anno. Che fare?

Il taglio delle poltrone
Per contenere la spesa pubblica la Finanziaria per il 2010 e un successivo decreto legge hanno imposto ai Comuni, tra l’altro, la soppressione del servizio del difensore civico, che è contemplato, nel nostro paese come in tanti altri, dallo Statuto comunale.

Quindi, mentre i troni dei parlamentari sono ancora ben saldi e rimangono scandalose le spese dei partiti e degli eletti dal popolo sovrano, a partire dal 2011, la sforbiciatina ai costi della politica locale fa sparire anche “la poltrona” della difesa civica comunale, che rappresenta il diritto del singolo ad essere tutelato nel rapporto con la Pubblica Amministrazione.

Sul sito web del Comune si trovano ancora le indicazioni per gli orari di ricevimento, ma risulta che a Corte Franca il difensore civico non sia più disponibile già dallo scorso anno.
Ma quanti lo sanno?

C’è una alternativa a tutela del cittadino?
È previsto che i Comuni possano convenzionarsi con la Provincia (ma le Province non dovevano essere abolite?) in modo che le funzioni dei difensori civici comunali possano essere svolte da quelli provinciali, che si chiameranno difensori civici territoriali.

Il fatto è che non tutte le Province hanno istituito il difensore civico e la Provincia di Brescia è fra queste.

Dunque a chi ci si può rivolgere per segnalare eventuali disfunzioni, abusi, carenze o ritardi e tutelare le proprie ragioni nei confronti dell’Amministrazione comunale?

Entra in gioco il difensore civico regionale
Rivolgendosi all’Ufficio Relazioni col Pubblico della Provincia di Brescia (URP, urp@provincia.brescia.it, tel: 030 3748607 ) si viene indirizzati a contattare un apposito Ufficio per la difesa civica (con sede a Brescia in Palazzo Broletto, tel. 030 3749307, dal lunedì al venerdì, ore 8-14,30), dove un responsabile ha il compito di raccogliere/vagliare le richieste dei cittadini e, se pertinenti, di trasmetterle alla difesa civica regionale lombarda. Da questo momento in poi il cittadino entra direttamente in contatto con l’Ufficio del difensore civico regionale.

Si accentua la distanza tra cittadino e territorio
Tutto l’iter è senz’altro facilitato oggi dalla trasmissione delle pratiche via mail, ma chi non ha confidenza con la navigazione internet dovrà trafficare con telefono e posta.
La cosa certa è che si pone un altro ostacolo alla partecipazione civica, si snatura un servizio che dovrebbe invece essere radicato nella realtà locale, si accentuano le distanze tra cittadino e amministratori, venendo a mancare un contatto diretto personale e quindi un prezioso aiuto per orientarsi nell’intrico della Pubblica Amministrazione.

Meglio sorvolare poi sul fatto che anche alcune Regioni sono prive di questa figura e che in Italia manca il Difensore Civico Nazionale, alla cui assenza avevano finora supplito anche i difensori civici comunali.

Su 27 paesi che compongono l’Europa, 26 hanno il proprio difensore civico nazionale: in Italia da anni e anni una intera classe politica si disinteressa di tale nomina e ora ha pensato “bene” di calare la mannaia dall’alto anche a livello locale, nonostante per molti Comuni la spesa sia molto contenuta, in quanto spesso (come nel caso di Corte Franca) il servizio della difesa civica è stato ridotto nell’orario ed è condiviso con altre Amministrazioni limitrofe .

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