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venerdì 30 dicembre 2011

Franciacorta. Agriturismo: animali infestanti negli alimenti


Fonte: Bresciaoggi, venerdì 23 dicembre 2011
L´OPERAZIONE. Il provvedimento dell´Asl
Pranzo di Natale 
con vermi e larve:
 scatta il sequestro
Un agriturismo di Erbusco è stato chiuso dopo un controllo
   
Tutto era pronto per il pranzo di Natale e il cenone di San Silvestro. I tavoli erano già prenotati e la gente, domenica e sabato prossimo, si sarebbe accomodata per consumare i pasti preparati da un noto agriturismo di Erbusco.
 Fortunatamente, l´Asl di Brescia è intervenuta prima che larve e vermi finissero nel piatto di qualche malcapitato. Dopo uno dei controlli programmati per le festività natalizie, gli operatori del Servizio igiene e medicina di comunità e del servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro della direzione gestionale distrettuale 4 Chiari-Iseo-Palazzolo hanno chiuso mercoledì sera un agriturismo annesso ad un´azienda vitivinicola della Franciacorta, e parte della cantina di invecchiamento del vino attigua.
 I PROVVEDIMENTI sono scattati in seguito a un´ispezione, durante la quale sono state rilevate gravi carenze igienico sanitarie, oltre che la presenza massiccia di animali infestanti negli alimenti in uso dall´attività, che si stava preparando ad accogliere centinaia di persone per il pranzo di Natale e la cena di San Silvestro. In particolare, si è registrata la presenza di larve e lepidotteri all´interno degli alimenti ancora confezionati (pasta, farine, riso). Circa 30 kg di derrate, tra cui carne e pasta fresca, sono stati immediatamente distrutti, in quanto scaduti da diversi giorni.
NEL CORSO del controllo alla struttura, i tecnici dello Psal hanno ispezionato anche la cantina adibita all´invecchiamento del vino, rilevando rischi per la sicurezza dei lavoratori. Le cataste che sorreggevano le centinaia di migliaia di bottiglie di vino presenti erano sostenute da un manufatto non conforme alla normativa sulla sicurezza. È stato pertanto inibito l´utilizzo di una porzione della cantina.
Oltre la chiusura a tempo indeterminato del locale, il personale dell´Asl ha comminato sanzioni amministrative pari a circa 5000 euro. Tutte le derrate alimentari infestate sono state inviate al laboratorio di Sanità Pubblica di Brescia per l´analisi parassitologica al fine di identificare tutte le specie rinvenute. Si attende il referto del laboratorio per poter procedere a informare la Procura di Brescia. La titolare dell´agriturismo rischia infatti una denuncia all´autorità giudiziaria
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lunedì 26 dicembre 2011

A Corte Franca un occhio puntato sul Guglielmo


Corte Franca: da qui si apre l'occhio della webcam

Da qualche giorno, tramite una telecamera diretta verso il Guglielmo, è possibile godersi il panorama di casa, in qualunque posto ci si trovi: tutto merito dell'intraprendenza di un concittadino che, a distanza di circa due anni dall’attivazione della stazione meteo di Corte Franca, ha posizionato sul tetto della propria casa, al confine con Iseo, una webcam: nel mirino, in primo piano, la chiesa di S. Pietro della Lama, a Cremignane, a seguire Monte Isola e sullo sfondo la montagna del lago.
Corte Franca, stazione meteo
Così ora, grazie a Gigi Zanetti, oltre ad avere informazioni precise su temperatura, umidità, precipitazioni, direzione e velocità del vento, punto di rugiada ecc.,  arrivano in diretta, 24 ore su 24, aggiornate ogni cinque   minuti, scenografiche immagini .

Si completa così, in un certo senso, un circuito: sul Guglielmo, infatti, da tempo è in azione una webcam che punta verso la pianura, riprendendo in lontananza anche il nostro paese.
I dati possono essere consultati on line dal sito del Centro Meteorologico Lombardo.

Curiosità: la prima di tutte le webcam che oggi gremiscono Internet fu alloggiata nel 1993 alla Cambridge University, per riprendere la macchinetta del caffè, messa a disposizione del personale dei vari laboratori. Perché questa esigenza? Per evitare che, dopo camminate piuttosto lunghe, si arrivasse davanti ad un’ampolla di caffè vuota! Tenendola invece sorvegliata con una cam, i ricercatori sparsi nel centro universitario potevano sapere in tempo reale se la bevanda fosse fruibile o meno ed evitare così inutili perdite di tempo.

mercoledì 21 dicembre 2011

Ancora sul “Piano strategico Terre di Franciacorta” ...



Foto: Natura e Paesaggio di ANGELO DANESI
Ecco la lettera critica, a firma del Console di zona del Touring Club Italiano, nella quale, pur riconoscendo la qualità del progetto, si fa notare come non si è stati capaci di utilizzare progetti e risorse umane già presenti sul territorio.

Insomma, si spendono soldi per un piano studiato da una società specializzata "esterna", quando ci sono dati/studi in abbondanza e, sul posto, persone, associazioni, istituzioni...che ben conoscono questa terra, perché ci vivono, e sono all’altezza  di salvare e rilanciare la Franciacorta.

Fonte: Bresciaoggi, martedì 20 dicembre 2011 
FRANCIACORTA
Le osservazioni
 del Touring
Dopo aver presenziato agli incontri programmati dalla fondazione Cogeme in merito all´oggetto, comunico le seguenti osservazioni :
- molto apprezzabile è il risultato finora ottenuto del coinvolgimento di venti Comuni della Franciacorta in un progetto di sostenibilità utile ai fini della pianificazione urbanistica presente e futura del territorio dei vari comuni interessati, come pure del Consorzio per la tutela del Franciacorta e la Camera di Commercio di Brescia.
- Interessante e qualitativamente rilevante l´intervento dei vari relatori nei tre incontri svoltisi.
- La mancanza di un immediato confronto, però, pur giustificata con l´intento di consentire successivi contributi al riguardo da parte dei vari enti non partecipanti in forma diretta, ha costituito una limitazione che ci si augura possa essere nel tempo colmata.
- Il percorso presentato ed effettuato con gli elaborati prodotti dallo studio Agorà è stato certamente utile ai fini dell´inizio di un dibattito ed un confronto tra i comuni interessati.
- Le informazioni finora ottenute con la consultazione sul sito Cogeme mediante i documenti relativi al monitoraggio ed al successivo progetto di sostenibilità 
, fa ritenere discutibile il rapporto costi/benefici soprattutto rispetto alla futura fase finale. Pur ammettendo, infatti, il valore scientifico degli indicatori, certamente utili a livello ambientale, si ritiene che anche in loro assenza si sarebbero potute trarre le stesse conclusioni presenti nel documento del 17 maggio 2011.
Tutto quanto sopra senza nulla togliere all´impiego di studi privati, che con grandi quantità di fotografie, schemi, monitoraggi e quant´altro riproducono sostanzialmente l´azione e la funzione che il T.C.I. ha svolto, svolge e si dichiara pronto a svolgere in futuro. 
Il T.CI., infatti, da oltre vent´anni svolge un´attività di sensibilizzazione finalizzata alla tutela ed alla salvaguardia dello stesso ed alla evidenziazione delle notevoli presenze architettoniche ed ambientali fra le più significative del territorio lombardo.
Gianmarco Pedrali
CONSOLE TOURING CLUB ITALIANO 
FRANCIACORTA - SEBINO – VALCAMONICA


venerdì 16 dicembre 2011

Un NODO è venuto al pettine...

Fonte: Bresciaoggi, giovedì 15 dicembre 2011
IL CASO. Aggiornata a febbraio la conferenza dei servizi sul villaggio tra Clusane e Paratico
«Costa verde», iter congelato
Le istituzioni prendono tempo
Comune di Iseo e Provincia sembrerebbero essere favorevoli al progetto
Rinviati alla prossima seduta i possibili rilievi fatti dalla Soprintendenza
Un suggestivo scorcio del canneto che si trova tra il lago e l´area
sul quale dovrebbe sorgere il villaggio
Un suggestivo scorcio del canneto che si trova tra il lago e l´area sul quale dovrebbe sorgere il villaggio
Ieri la conferenza dei servizi «decisoria», così chiamata nella lettera che l´aveva convocata nella sede della Comunità Montana del Sebino bresciano, a Sale Marasino, non ha deciso nulla in merito al villaggio turistico che la Costa verde srl intende realizzare al confine tra Clusane e Paratico.
HA DELIBERATO invece di aggiornare la seduta a febbraio, senza però fissare alcuna data. All´incontro hanno partecipato Gloria Rolfi, direttrice della Comunità Montana, ente forestale delegato, Renato Gentile, in rappresentanza della Soprintendenza ai Beni architettonici e ambientali, Pietro Vavassori, il responsabile dell´Area tecnica del Comune di Iseo, un funzionario dell´assessorato all´Agricoltura della Provincia e i professionisti incaricati dalla Costa verde srl di progettare la nuova struttura ricettiva.

Indiscrezioni vogliono che il delegato della Provincia sia arrivato all´appuntamento con l´assenso dell´assessorato in tasca. Analogo il mandato affidato da palazzo Vantini a Vavassori, sia pure con la precisazione che il «sì» sarà condizionato al rispetto di determinate prescrizioni. Rilievi sarebbero invece stati sollevati dal rappresentante della Soprintendenza a proposito del fatto che il costruendo villaggio, saldando i due capi dell´edificato esistente, chiuderebbe l´ultimo corridorio rimasto tra collina e lago sulla riviera bresciana.
CIASCUN membro della conferenza, s'è concordato alla fine, metterà nero su bianco le proprie notazioni e le invierà alla Comunità Montana affinché le metta a verbale in vista del summit di febbraio. In quel mese sul tavolo della conferenza ci sarà un elemento nuovo, ineludibile: l´adozione del Pgt, in calendario giovedì 29 dicembre.

Sul rinvio di ieri, comunque, devono aver pesato le osservazioni spedite in varie direzioni - e financo alla Commisione europea, a Bruxelles - da Legambiente Basso Sebino e dalle associazioni Montealto e La schiribilla.
Oltre a evidenziare le difformità che il progetto in questione presenterebbe rispetto alle norme vigenti, gli ambientalisti hanno posto l´accento sulla circostanza che il villaggio Costa verde sbarrerebbe l´ultimo varco d´accesso al lago di cui dispongono i rospi bufo bufo. Inoltre, a loro parere, sarebbe da valutare l´impatto che la prevista costruzione di 48 alloggi e, a monte della strada, di una rotatoria e di 147 stalli pubblici, potrebbe avere sulle vicine Torbiere sebine. Giuseppe Zani

v. anche post precedente "tutti i nodi vengono al pettine..."

giovedì 15 dicembre 2011

Tutti i NODI vengono al pettine...



Con un documento inviato a vari Enti, le associazioni La Schiribilla (Iseo) e  Monte Alto (Corte Franca) hanno espresso viva opposizione alla previsione di costruire un villaggio turistico a Clusane, proprio dove è rimasto l'unico lembo naturale che spezza un continuo edificato sulla sponda del lago, al confine con Paratico.
Il luogo, inserito nel PGT di Iseo (in itinere) come zona di sensibilità paesistica molto elevata, caratterizzato da zona boscata e canneto,  è anche lo sbocco naturale dell'unico corridoio ecologico tra il Sebino e la collina, in particolare è meta di riproduzione del rospo comune, anfibio autoctono, tutelato dalla Regione lombarda.
Oltre che a compromettere il deflusso naturale delle acque piovane, l'insediamento turistico previsto andrà a occludere del tutto il corridoio (v. dettaglio tratto dalla cartografia rete ecologica provinciale).

Queste criticità sono per lo più già note, ma le associazioni sono andate oltre: le Torbiere sono, infatti, uno dei nodi della Rete europea Natura 2000. Nodo e rete, un'immagine molto efficace che fa capire come per garantire la sopravvivenza della biodiversità debba essere assicurata la connessione reciproca dei vari ambienti protetti.
I corridoi hanno proprio la funzione di permettere il collegamento fra i vari siti, proprio come la rete viaria che collega città e paesi di una data regione.
Nel caso specifico distruggere il corridoio ha inevitabilmente effetti negativi anche sulla Riserva delle Torbiere, per questo le associazioni bocciano il progetto che, ad ogni modo, dovrebbe essere sottoposto a valutazione di incidenza, un  aspetto chiave nella conservazione dei siti, previsto dalla Direttiva Habitat  per tutelare la Rete Natura 2000 anche da perturbazioni esterne che potrebbero avere ripercussioni negative sui siti che la costituiscono.

Annotiamo che anche il Pgt di Corte Franca prevede il restringimento ulteriore di quello che è rimasto del corridoio ecologico fra l’abitato di Nigoline  e il polo produttivo: se non altro, in accoglimento delle osservazioni delle associazioni, la progettata espansione della zona industriale dovrà  essere sottoposta a valutazione di incidenza per valutare l'impatto sulle  Torbiere.

Corridoi, Nodi, Rete...restringi un corridoio di qui, chiudilo di là..ci si chiede: che senso ha che Enti istituzionali a vari livelli s’impegnino nella individuazione delle Reti ecologiche, fornendo indispensabili indicazioni per la composizione e la concreta salvaguardia della Rete, finanzino con denaro pubblico il recupero della biodiversità, la creazione di piccole zone umide, boscate ecc..., quando poi la progettazione urbanistica va in senso contrario?

lunedì 5 dicembre 2011

CONSULTE: il bis

Riconfermate le consulte comunali con la recente delibera di consiglio comunale del 28 novembre scorso: approvate le rettifiche al regolamento che le aveva istituite a fine 2006.

Come si legge nel verbale (QUI), le modifiche si sono rese necessarie “dall’aver costatato che in alcuni casi era stato previsto un meccanismo farraginoso da semplificare”.
Vediamo di che cosa si tratta:
  • ·   non sono predefiniti il numero delle consulte e relative competenze
  • ·   i componenti in totale passano da 12 a 10; quelli “esterni” all’amministrazione da 9 a 7
  • ·  ferma restando la rappresentanza di consiglieri di maggioranza e opposizione, la procedura di   iscrizione dei componenti della società civile avviene tramite autocandidatura e non più anche per designazione da parte di Giunta o Consiglio o associazione.
  • ·   il coordinatore potrà essere anche un componente esterno (prima solo consigliere)
  • ·   la durata in carica delle consulte non è più legata a quella del Consiglio ma a quella della Giunta (forse perché le Giunte possono cadere?)
  • · novità (!): ogni consulta potrà istituire al proprio interno “gruppi obiettivo” per approfondire specifiche tematiche

 Tutto qui, il resto rimane tal quale (v. regolamento) e dubitiamo fortemente che gli aggiustamenti apportati al regolamento possano di per sé riabilitare la funzione delle consulte, per lo più ridotte in parte o in toto, nella precedente esperienza, a spazi in cui si era informati del già deciso, o dove capitava che determine, magari approvate all’unanimità, finissero infelicemente in un cassetto.
Lo svilimento del ruolo di alcune consulte era già stato reso evidente a suo tempo non solo dalla nostra associazione ma anche da altre persone della società civile.

Prima di proporre il bis, non sarebbe stata necessaria una seria verifica per non commettere gli stessi errori con quello che dovrebbe essere uno strumento di reale PARTECIPAZIONE?

Qui il post pubblicato da parcico nel dicembre 2009: Eppure le Consulte...


I rospi del Montealto

Fonte: Bresciaoggi, 03/12/2011

«Quel villaggio turistico ingoierà i rospi»
ISEO. La testimonianza di Alberto Gatti dell'associazione Monte Alto: «Le colonie di bufo bufo della zona rischiano una rapida e inesorabile estinzione»
Sulla sinistra l'area su cui sorgerà Costa Verde il villaggio 
turistico vista lago. 
Secondo volontari ed esperti il nuovo cemento minaccia i rospi
I volontari lanciano l'allarme: «Il nuovo complesso residenziale di Clusane sbarrerà l'unico punto di accesso al lago degli anfibi»

L'ennesima colata di cemento sulle sponde del lago d'Iseo rischia di spingere sul baratro dell'estinzione le colonie di anfibi che popolano le aree verdi del Sebino con effetti imprevedibili sull'ecosistema.
L'allarme dapprima solo ventilato dagli esperti ha trovato sponda e certezze fra i volontari e le associazioni che ogni anno cercano di rendere meno traumatica la migrazione di rospi comuni (animali strategici nell'equilibrio dell'ecosistema) verso i luoghi dell'accoppiamento, un esodo che in mancanza di passaggi protetti decima ad ogni stagione la popolazionedi anfibi investita sulle strade dalle auto in transito. Ebbene, il vasto terreno su cui la «Costa verde» si appresta a costruire un villaggio turistico, quasi sul confine tra Clusane e Paratico, è l'approdo sulla riva bresciana del Sebino di una rotta migratoria di rospi.
Vero è che il corridoio ecologico che consente la migrazione- l'ultimo corridoio esistente- è tagliato in due dalla strada provinciale Sarnico-Iseo, una striscia d'asfalto che falcidia gli anfibi quando abbandonano in massa i loro rifugi sul monte Alto e, aggirando muretti e persino i cordoli della pista ciclabile, tentano di raggiungere il lago per l'accoppiamento.
Ma la nuova struttura ricettiva- 48 alloggi, 2 piscine, giochi e attrezzature sportive su un'area di 35.850 metri quadri- costituirà per i bufo bufo una barriera insormontabile. Che sia proprio lì il loro punto d'arrivo, e poi di risalita verso i boschi, lo testimonia Alberto Gatti, 45 anni, residente a Nigoline di Corte Franca, aderente all'«Associazione monte Alto», escursionista con la passione per gli animali.

foto tratta da: http://www.anfibi.org/bufo-bufo.html
È CAPITATO ANCHE ad altri, del resto, di notare durante le serate piovose d'inizio primavera che il tratto di asfalto fiancheggiante il terreno di proprietà della «Costa verde» era reso viscido da una strage di rospi.
«Sono goffi, lenti, quando sono abbagliati dai fari si rannicchiano perchè pensano di mimetizzarsi- racconta Gatti-. Purtroppo, quella strada è trafficatissima. Le chances per loro di farcela sono già assai scarse». Il passaggio dei bufo bufo sulla Sarnico-Iseo Alberto Gatti l'ha scoperto nel 2009 mentre si stava recando a Pontirone, sulla sponda bergamasca del Sebino, ad aiutare i volontari locali che raccolgono con secchi i rospi bloccati contro i muri di contenimento della litoranea e poi li trasportano in acqua.
Stessa operazione che il 45enne ha ripetuto nel 2010 e nel 2011, da solo, di notte, rischiando la pelle, a Clusane. «Ho potuto così censire il fenomeno- continua Gatti-. Lo scorso anno, in poche sere, ho individuato 185 anfibi, quest'anno 180: la metà dei quali spiaccicati sull'asfalto. Stavolta poi la migrazione è stata anomala perchè la temperatura dalla metà di marzo è bruscamente salita. Certo, fossimo stati una bella squadra, ne avremmo salvati di più, di rospi».

Negli anni '90, ricorda Alberto, dal monte Alto muoveva una folta colonia di bufo bufo che scendeva lungo i valloni di Zuccone per raggiungere i laghetti delle Polle, fra Clusane e Colombaro.
«Poi a Zuccone hanno realizzato la zona industriale: cemento e asfalto che han fatto sparire quella colonia- ricorda lui-. Stessa cosa sta avvenendo lentamente sul confine tra Clusane e Paratico, dove peraltro non ci sono tombotti sottostradali per il transito degli animali».
IN QUEL TRATTO, come detto, è in programma la costruzione di un villaggio turistico e, a monte della provinciale, di un parcheggio pubblico di 147 stalli. Una condanna a morte, per i rospi. Un forte legame li unisce infatti al sito di riproduzione, al quale essi restano tenacemente fedeli anche se divenuto inospitale. Ancora sperimentali, e parecchio dispendiosi, i tentativi di trasferimento dei rospi: è necessario rinchiudere le coppie nei nuovi siti che, a quanto sembra, saranno accettati solo dalla prole che vi vedrà la luce.
Giuseppe Zani

lunedì 28 novembre 2011

Contestazioni al Convegno Piano strategico Franciacorta

Dopo le annotazioni critiche di alcuni amministratori e del circolo Legambiente (v. post precedenti: la partecipazione dov’è?-Franciacorta in-sostenibile), un’altra voce di dissenso si è alzata in occasione dell’ultimo incontro dedicato al Piano strategico Terre della Franciacorta, tenutosi sabato 26 scorso presso il monastero di S.Pietro in Lamosa.
Una lettera, circolata a catena via mail e sul web, da una decina di giorni anticipava la formazione di un presidio su iniziativa di un gruppo di persone che intendevano far conoscere l’altra faccia della Franciacorta (quella delle cave, del consumo di suolo, dei pesticidi, della speculazione...) e contestare la comunicazione a senso unico che ha caratterizzato il convegno.
Allestita la postazione di protesta all’esterno, i dissidenti si sono aperti una piccola breccia anche nel corso dell’intervento di Francesco Bettoni, presidente della Camera di Commercio di Brescia.
trovate gli articoli nella sezione rassegna stampa 


- Qui la lettera circolata via mail/web, nelle settimane scorse:
Piano strategico Franciacorta:
Salve a tutti,
siamo un gruppo di persone, abitanti nei comuni della Franciacorta,
accomunate dall'interesse per la terra in cui viviamo. Vi scriviamo
dopo l'incontro in San Pietro in Lamosa avvenuto sabato scorso 12
novembre 2011, secondo incontro pubblico (ma solo per ascoltare,
beninteso!) organizzato da Fondazione Cogeme, 19 amministrazioni
comunali, Consorzio vini "Franciacorta", Camera di Commercio, Cogeme
spa all'interno del progetto "Franciacorta Sostenibile"
(http://www.franciacortasostenibile.org/bin/index.php) finanziato da
Cogeme e affidato allo studio Agoràa. È un progetto in cantiere da
almeno tre anni, con fini di studio e analisi di alcuni aspetti
economici e ambientali della Franciacorta e che sta portando ora alla
luce le proposte elaborate in merito.
Questa nostra lettera parte da una considerazione di fondo: la
Franciacorta è una zona ad alto consumo di suolo, nonostante la
"vocazione" agricola da marchio docg; le amministrazioni comunali sono
con le casse vuote, e da anni far cassa equivale a rendere edificabili
aree che prima non lo erano. Ma lo spazio è limitato e la cartolina
venduta dal Consorzio e da tutti quelli che parlano di Franciacorta
"da esportazione" comincia a perdere smalto e quindi profitti
frizzanti. Per evitare tutto ciò i grandi attori economico-produttivi
dell'area e alcuni pezzi grossi della Provincia hanno deciso di
ridisegnare la Franciacorta (secondo il loro interesse) utilizzando un
vocabolario che di ambientalista ha solo la forma ma non la sostanza.
Le parole più usate all'incontro dello scorso sabato sono state:
sostenibilità, sviluppo, qualità, competitività, turismo, ambiente di
qualità, alcuni dei relatori invitati e probabilmente non allineati
hanno parlato anche di consumo di suolo, cementificazione, grandi
opere inutili e dannose, conversione al biologico...
Le proposte velocemente illustrate dallo studio Agoràa però rimangono
ancorate allo stesso schema che ha prodotto questa crisi: attrarre più
capitali per riqualificare l'ambiente e attrarre più turisti e vendere
più vino. Cioè produrre sempre di più. Nessun accenno al blocco dei
piani di espansione urbana e industriale, di escavazione e
cementificazione generale; nessuna parola per la riduzione della
monocoltura a favore di una maggiore diversità nella produzione
agricola; niente nemmeno sull'utilizzo massiccio di fitofarmaci nella
vigna, niente della questione sociale legata alla condizione salariale
e contrattuale degli operai agricoli utilizzati stagionalmente.
A parte questa premessa, che può anche non essere condivisa,
all'incontro di sabato 12 c'è sembrato di cogliere il malumore di
molte persone presenti (singoli e associazioni) decise a far sentire
la propria voce e a non lasciare le decisioni in mano ai "soliti"
pochi, a maggior ragione ora che molti nodi stanno venendo al pettine
e qualcuno già pensa a rifarsi l'acconciatura con parole come
"sostenibilità ambientale", "qualità" e "competitività".
Per questo, in diversi riteniamo opportuno intervenire al prossimo
incontro pubblico organizzato sempre in San Pietro in Lamosa per
sabato 26 novembre (quando i relatori avranno un peso decisamente più
"economico") con un presidio esterno capace di riconsegnare la parola
ai cittadini.
Con questa lettera vogliamo quindi invitarvi al presidio di SABATO 26
NOVEMBRE 2011 ORE 9 IN SAN PIETRO IN LAMOSA DI PROVAGLIO e vi
chiediamo di girarla ad altre persone che sapete interessate a
dimostrare che gli abitanti, donne uomini e bambini, della
Franciacorta NON VOGLIONO ESSERE ESTROMESSI DALLE DECISIONI CHE
RIGUARDANO IL LORO FUTURO e per ribadire che la FRANCIACORTA HA
BISOGNO DI AZIONI CONCRETE DOPO LE "COLLINE" DI PAROLE SPESE.
Potrebbe anche essere un'occasione utile per conoscerci o ritrovarci,
avviare un confronto sui bisogni sentiti nel territorio, avanzare
proposte (ad esempio quella del Parco Agrario), nonché creare uno
scomodo contraltare alla conferenza e, se lo decideremo, intervenire
direttamente al dibattito con le nostre ragioni.
A sabato prossimo
marco 
paolo 
alessandro 
federico 
gabriele 
daniele
 andrea
 leonardo

venerdì 25 novembre 2011

Art. 674 del Codice Penale

In attesa del promesso regolamento comunale, a proposito di sostanze nocive, di qualsiasi natura (persino polveri sollevate, ad esempio, da un escavatore) c'è, a tutela di chiunque,

l'art. 674 del Codice Penale: getto pericoloso di cose

Chiunque getta o versa, in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone, ovvero, nei casi non consentiti dalla legge, provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti, è punito con l'arresto fino a un mese o con l'ammenda fino a 206 Euro.

Navigando in internet, ci si può imbattere in un sito molto interessante "Diritto all'Ambiente" , una testata giornalistica on line senza fini di lucro e con scopi sociali...che intende proporre un servizio di informazione di utilità generale a titolo totalmente gratuito in favore - in particolare - di forze di operatori del diritto, polizie statali e locali, pubbliche amministrazioni ed associazioni ambientaliste ed animaliste, per contribuire alla corretta applicazione del diritto ambientale nel nostro Paese....

Spulciando tra i quesiti, se ne può trovare uno come questo:


Chi abita in campagna è spesso vittima di continue irrorazioni che provengono da aziende agricole confinanti o comunque vicine. Infatti i pesticidi ed altre sostanze chimiche utilizzate in agricoltura per il trattamento delle piante vengono comunque indirettamente riversate anche all’interno delle altrui proprietà. Come difendersi giuridicamente da tali emissioni che spesso sono anche costituite da sostanze cancerogene? 

Clicca qui e qui per leggere la risposta dell'esperto di "Diritto all'Ambiente"

martedì 22 novembre 2011

Consiglio comunale del 18 novembre: cosa è stato approvato


In parole povere:
l’area in questione è quella del piazzale/parcheggio dell’Esselunga: la società La Villata ne è la proprietaria ed ha ottenuto la cancellazione della servitù a uso pubblico (prevista nella Convenzione col Comune del 2000) per disporre pienamente di tale spazio, al fine di presentare il Piano Attuativo necessario all'ampliamento della struttura commerciale, come previsto dal PGT.
Inoltre viene sottoscritto un accordo che prevede, tra l'altro, l'impegno della SpA a garantire la fruizione gratuita dei parcheggi negli orari di apertura della struttura commerciale, come anche, su espressa richiesta del Comune, di rendere fruibile gratuitamente il piazzale nelle ore diurne, nei giorni festivi di chiusura dell'Esselunga.
Il Comune è rimborsato con € 922.900 e con l’acquisizione di un’area prospicente la rotatoria e via Fornaci (già prevista dalla Convenzione 2000).
Hanno votato a favore la maggioranza e i 2 consiglieri della lista Fogazzi; Lega astenuta.
L'area del Piano Attuativo (PGT) per l'ampliamento dell'Esselunga

Maxi variazione di bilancio: qualche risorsa in più



Con delibera di giunta del 10 novembre scorso qualche risorsa in più da investire in vari settori.
Qui l'articolo uscito sull'argomento:
fonte: Giornale di Brescia, 19 nov. 2011


Corte Franca In Comune fondi «inattesi»
CORTE FRANCA Nuovi investimenti ed incrementi in parte corrente sono stati approvati con una variazione al bilancio dal Comune di Corte Franca. Il Comune franciacortino infatti, non avendo rispettato il patto di stabilità nel 2010, era stato sanzionato con minori trasferimenti statali «trovandosi condannato» spiega l'assessore al Bilancio Gianni Gei, ad una «ordinaria amministrazione».
«La scorsa settimana come Giunta del Comune di Corte Franca abbiamo approvato una maxi variazione di bilancio, in base alle maggiori disponibilità finanziarie realizzatesi con il dl 6 settembre 2011, che ha ridotto le sanzioni ai Comuni che non avevano rispettato il patto di stabilità interna nel corso del 2010 -continua Gei -. La spesa per la parte corrente è stata incrementata di 228.000 euro, grazie a questi maggiori trasferimenti e alle economie di gestione realizzatesi (circa 80mila euro). Inoltre, continua Gei «i minori tagli ai trasferimenti hanno consentito di restituire agli investimenti i 240mila euro spostati in sede di Bilancio 2011 in parte corrente». Tradotto in fatti, il Comune di Corte Franca si è trovato con maggiori risorse rispetto a quanto avesse previsto e le ha destinate ai settori prima drasticamente ridimensionati quali i servizi sociali, il diritto allo studio, la cultura, e l'associazionismo.
Una serie di voci si è trovata ad avere contributi inaspettati: 104mila euro sono stati suddivisi tra le associazioni sportive (che hanno ricevuto 11.500 euro in più), le associazioni in genere (12mila euro in più), la manutenzione di parchi e giardini (a cui sono stati destinati 14.700 euro) e quella degli immobili comunali (10mila euro in più).
Novemila euro sono stati concessi alle iniziative culturali e 6mila a quelle natalizie, la stessa cifra per l'inaugurazione dell'auditorium e la chiusura delle manifestazioni per l'Unità d'Italia, 2mila alla promozione turistica e 3mila alla Riserva delle Torbiere del Sebino. Non solo però, i maggiori introiti sono stati destinati ai seguenti interventi: 70mila euro ai nuovi impianti audio-video ed ai sipari dell'auditorium «1861 Unità d'Italia» che verrà inaugurato il 17 dicembre; 25 mila sono stati appostati per gli eventi calamitosi ed altri 25mila per la riqualificazione di via Pastore.
Diciottomila sono la spesa che verrà affrontata per l'automazione dei cancelli dei cimiteri, 7mila per l'arredo della sala gymnasium ed altri sette per la realizzazione del sito internet del Comune; infine 32mila trovano la destinazione nella razionalizzazione e nel rinnovo del parco auto. «Il bilancio del Comune di Corte Franca - conclude Gei - torna ad una austera ma dignitosa consistenza sia in parte corrente che negli investimenti e consente soprattutto di mettere sul tappeto risorse nei settori qualificanti, prima a malincuore ridimensionati».

giovedì 17 novembre 2011

Franciacorta (in)sostenibile?

Mentre da anni, a vari livelli amministrativi, si susseguono convegni, protocolli d’intesa, dichiarazioni d’intenti, si studiano progetti in difesa della Franciacorta, di fatto il consumo di suolo agricolo galoppa a dismisura e in ordine sparso. E, mentre si elencano le cose belle da fare, pochi hanno il coraggio di ammettere gli errori fatti, di dire cosa esattamente non bisogna fare, cosa cancellare dai PGT già approvati, cosa demolire del già fatto: si ha insomma l'impressione che molti di quelli che esprimono propositi di tutela e sviluppo sostenibile e parlano di ambienti da salvare siano gli stessi che nel frattempo continuano impunemente a “scassare” il territorio.

Come è già noto al Monastero di S.Pietro in Lamosa si sta svolgendo il Convegno sul “Piano strategico Terre della Franciacorta”: sul sito della Fondazione Cogeme trovate la RASSEGNA STAMPA  dedicata all’evento, non trovate però alcune lettere critiche pubblicate su alcuni  quotidiani locali.
Qui l’ultima scritta da Silvio Parzanini, Presidente del circolo Legambiente Franciacorta (Giornale di Brescia, 14 novembre 2011):

I Pgt e il consumo del suolo
Da suo assiduo lettore negli ultimi giorni ho letto con piacere molti articoli e lettere riguardanti la Franciacorta è un segno positivo in sé per i bresciani.
Noi da molti anni ci battiamo perché si apra un dibattito concreto su cosa è avvenuto in questi decenni in Franciacorta, cosa sta ancora avvenendo e cosa si vorrebbe che fosse la Franciacorta di domani non prescindendo certo dalla sua vocazione principale che è il vino, le bollicine.
Ebbene negli ultimi 50 anni in Franciacorta la popolazione è si raddoppiata ma il consumo del suolo è quintuplicato segno di un suo uso sconsiderato, ben oltre le necessità vere dei suoi abitanti.
Del resto questo è anche il risultato di piani regolatori degli anni 70/80 fatti in fotocopia e che prevedevano per tutti i comuni indistintamente case a schiera avulse dal contesto architettonico dei bei centri storici e zone industriali a ridosso di altri comuni con l'aggiunta di enormi centri commerciali.
Oggi, pur registrando positivamente la volontà di contenimento del consumo del suolo che si intravede in molti PGT, nel concreto assistiamo ancora a progetti sproporzionati in termini di viabilità di nuove zone industriali di abitazioni e di centri commerciali cosa a me difficile da giustificare se consideriamo che la stragrande maggioranza dei comuni sono retti da maggioranze politiche o da liste civiche che fanno riferimento al centro sinistra e che dovrebbero per coerenza essere invece più attente al territorio alla sua salvaguardia e ostili alla speculazione edilizia.
Serve riflettere criticamente su questo passato e presente perché altrimenti diventano poco credibili i progetti di sviluppo sostenibile proposti ora in pompa magna e il grido d'allarme del Consorzio Franciacorta «Basta cemento o il vino rischia» volto a denunciare l'eccessiva cementificazione e lo scarso interesse a tutelare il territorio, rischia di rimanere inascoltato.
Io penso che sia giunta l'ora che i comuni della Franciacorta, quella del vino, finalmente si associno per decidere, anche sollecitando gli Enti sovraordinati (Provincia e Regione) per quanto di loro competenza e ascoltando le realtà locali in primis il Consorzio Franciacorta ma anche l'associazionismo produttivo, culturale e ambientalista, il futuro di questo territorio che può ancora in buona parte essere preservato e valorizzato ulteriormente. 
Però questo percorso va studiato e reso concreto giocando a bocce ferme e cioè chiedendo ai comuni di congelare tutti quei progetti e sono purtroppo ancora molti (discariche centri commerciali grandi strade e zone industriali) che se realizzati, sconquasserebbero ancora di più la Franciacorta,
Non partiamo da zero, progetti interessanti ci sono a cominciare dall'ipotesi Parco Agricolo di Interesse Sovracomunale (PLIS), bisogna però fare presto e bene, tocca ai comuni, (Cogeme SpA forse è meglio che pensi a erogare buoni servizi), depositari di tutte le scelte relative al territorio muoversi capire le sintonie già esistenti e svilupparne di nuove superando la causa principale degli errori compiuti finora che è quella di guardare solo al proprio orticello, solo una visione d'insieme e azioni concordate possono salvare la Franciacorta esaltando i suoi prodotti la sua storia la sua ricchezza architettonica i suoi paesaggi e la qualità della vita e dell'accoglienza dei residenti e degli ospiti perché se abbiniamo la Franciacorta al lago d'Iseo e alla Valcamonica con i suoi demani sciistici abbiamo in pochi kilometri un territorio dalle offerte infinite e che tutti ci invidiano, tocca a tutti noi farle valere per ottenere anche le giuste ricadute economiche.
Silvio Parzanini 

Qui invece potete leggere un articolo, dove è messa in risalto, con esempi concreti, la contraddizione tra il dire e il fare: “Provaglio: un fronte anti cemento”

mercoledì 9 novembre 2011

TORBIERE, BELLEZZE FERITE

Nonostante i rilevanti riconoscimenti internazionali ottenuti dalla Riserva delle Torbiere, di recente il Consiglio regionale ha diminuito la tutela del sito, in particolar modo liberalizzando l’uso dell’area di protezione interna, sebbene anche in essa siano presenti importanti elementi naturalistici da preservare.
Un altro aspetto sconcertane riguarda il declassamento di un’area presso la rotonda del Ciochèt: i proprietari (processati per colmate abusive attuate negli anni 90), dopo avere, nella primavera del 2009, attuato uno spianamento (tra l'altro autorizzato dal Consorzio in violazione delle norme da esso stesso poste), fermati da un esposto delle associazioni ambientaliste, ora vengono premiati dalla delibera regionale, in barba agli studi condotti dal Comitato tecnico scientifico consortile, che individua quell'area come zona da tutelare per la presenza di habitat comunitari.

Qui il comunicato stampa delle associazioni ambientaliste che hanno preso posizione sul caso: www.laschiribilla.it/DOCS/doc.2011/Comunicato%20stampa.pdf
Sul blog della ass. La Schiribilla potete trovare ulteriori informazioni sulla situazione delle Torbiere.

lunedì 7 novembre 2011

Convegno "Piano Strategico per la Franciacorta": la partecipazione dov’è?

Dopo la prima tappa del Convegno...
-  Ecco la lettera scritta da Stefania Baronio, a nome del Comitato Salute e Ambiente di Passirano (pubblicata sul Giornale di Brescia del 7/11/2011), nella quale sono messi in evidenza alcuni aspetti riguardo alla mancanza di un dibattito col pubblico, alla perimetrazione territoriale della Franciacorta, alla responsabilità degli amministratori a vari livelli, all’esigenza di una vita di qualità soprattutto per chi vi abita e lavora.
A proposito di responsabilità e discariche... Sabato 29 ottobre ha preso avvio, presso il Monastero di Provaglio di Iseo, il primo dei tre incontri organizzati da Cogeme e dal Consorzio di tutela della Franciacorta allo scopo di illustrare il «Piano Strategico per la Franciacorta», sottoscritto da 19 Comuni. Il programma dell'intero evento prevede: un'iniziale apertura dei lavori; due «tavoli rotondi» (in cui i rappresentanti del mondo culturale ed economico invitati possano discutere tra loro sull'argomento) ed un percorso espositivo. Appare chiaro anche dal programma l'intento di relegare il pubblico ed i rappresentanti dei cittadini convenuti al semplice ruolo di «uditori». In nessuna occasione è prevista infatti la possibilità di partecipare e contribuire attraverso un «dibattito aperto». Già nella prima mattinata, la carenza di questo tipo di impostazione si è rivelata evidente e, a conclusione della presentazione, è parso ancor più indispensabile trovare lo spazio per una discussione alla quale probabilmente, i molti amministratori presenti (sentendosi più volte chiamati in causa), avrebbero gradito intervenire. Da parte mia, in qualità di semplice cittadina, non trovando altra occasione, vorrei proporre ora alcune riflessioni in merito a quanto emerso al convegno.
In primo luogo vorrei capire l'urgenza di definire «convenzionalmente» i confini territoriali della Franciacorta, escludendo eventuali Comuni promotori del progetto, sulla base unicamente dello statuto della produzione vinicola. Non sarebbe meglio invece valutare le peculiarità e le qualità dei territori coinvolti? O ancor più considerare l'identità e lo spirito di appartenenza dei cittadini e delle Amministrazioni locali che in questo progetto si sono riconosciuti e impegnati? La Franciacorta non è solo un marchio commerciale! Durante il convegno, è stato detto dagli esponenti politici presenti: «Bisogna proporre un modello di sviluppo sostenibile basato sulle potenzialità e sul patrimonio locale, in particolare sull'attività vitivinicola», «puntare con forza su questa vocazione, collegandola agli aspetti turistici, culturali ed enogastronomici. Certo, non bisogna snaturare quest'area. Ci sono troppi insediamenti, con un eccesso di offerta commerciale. Bisogna che anche gli enti locali si assumano la responsabilità del proprio patrimonio»; «Qui in Franciacorta avete un gran ben di Dio, tenetelo con cura, coordinatevi e presentatevi uniti all'esterno con un solo marchio... certo poi servono anche le cave e le discariche, i rifiuti da qualche parte devono pur essere messi, non è che poi si devono costituire i comitati su queste cose».
Più volte gli stessi, hanno precisato che i gravi elementi di criticità esistenti nell'ambito della Franciacorta, sono da ricondurre alla «disinvolta gestione del territorio da parte dei sindaci che, per la necessità di fare cassa anche attraverso gli oneri di urbanizzazione, sono disposti ad assecondare tutte le iniziative intraprese dei vari operatori». Mi pare opportuno a questo punto, richiamare a quel senso di responsabilità verso il proprio territorio tanto acclamato, non solo i sindaci, ma anche tutte le istituzioni competenti ai vari livelli sul territorio. Bisogna ricordare infatti che le previsioni ed i procedimenti autorizzativi della maggior parte delle «componenti turbative» citate (centri commerciali, grandi infrastrutture, cave e discariche, ecc...), sono prioritariamente di competenza delle Regioni e delle Provincie e che anzi, in molti casi, sono gli organi di queste ultime a decretarne il buon esito, anche se in contrasto con la volontà dei Comuni! È il caso per esempio della discarica Bosco Stella, richiesta da Aprica - A2A a Castegnato, che in questi giorni ha in corso il procedimento autorizzativo presso Regione Lombardia e verso il quale, i quattro Comuni coinvolti (Castegnato, Paderno Franciacorta,Passirano e Ospitaletto), i cittadini ed i vari comitati, hanno opposto il loro netto diniego ma il cui iter continua a procedere. Questo è solo uno dei tanti esempi che si possono elencare, infatti, ogni giorno, le pagine dei giornali ci informano delle varie manifestazioni e del crescente numero di comitati che sorgono ovunque per sostenere gli amministratori comunali nel duro compito di difendere il territorio e di migliorare la qualità della vita e della salute dei propri cittadini. La Franciacorta è un territorio famoso in tutto il mondo per le sue produzioni vitivinicole ma, ancor prima di questo, andrebbe ricordato che questo è un territorio abitato da numerose persone che qui scelgono di vivere e lavorare, sperando di crescervi i propri figli e di poter esser ascoltati anche e soprattutto in occasione di «un piano strategico» che li coinvolga. Invece, anche in quest'occasione, ai cittadini, singoli o associati in comitati, non resta che chiedersi sempre più chi li stia rappresentando e tutelando.
Stefania Baronio
Comitato Salute e Ambiente di Passirano
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Sempre sul tema  qui un’altra lettera di chi stava seduto tra il pubblico.
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- Ricordiamo che il secondo appuntamento col Convegno è sabato 12 novembre, ore 9.30 - 12.00.
Tema: “TERRE DELLA FRANCIACORTA CULTURA E AMBIENTE: LEVE DI SVILUPPO PER LA FRANCIACORTA”- Progetti per una nuova economia fondata sul patrimonio dell’identità territoriale


giovedì 3 novembre 2011

FRANCIACORTA: NON SOLO VINO e CEMENTO

Fonte: Bresciaoggi giovedì 03 novembre 2011 

IL VERTICE. Legambiente si confronta con il Consorzio Franciacorta 
«Antiparassitari delle viti:
 al bando quelli pericolosi»
Il trattamento antiparassaritario dei vigneti continua ad essere al centro del dibattito fra Legambiente ed il Consorzio Franciacorta. 
«Questo scambio di opinioni – osserva Silvio Parzanini presidente del locale circolo dell´associazione ambientalista - ha rafforzato la nostra convinzione che sia diventato improcastinabile un ammodernamento dei macchinari così da evitare la dispersione fuori filare durante i trattamenti. E´ necessario mettere al bando anche i prodotti più pericolosi. Siamo in attesa di una nuova convocazione da parte dello staff tecnico costituito in seno al Consorzio per continuare il confronto». 
Nel frattempo anche alcuni Comuni hanno cominciato ad affrontare il problema e ora si cominciano a ipotizzare emissioni di ordinanze che limitino i trattamenti in prossimità delle case e in determinate condizioni ambientali. «Di fronte a questi primi movimenti – spiega Silvio Parzanini - il Consorzio ha intrapreso l´iniziativa che noi guardiamo con attenzione, di convocare i sindaci della Franciacorta per proporre loro un percorso condiviso per affrontare il problema. Auspichiamo, così come accade in altre parti d´Italia, il raggiungimento di un protocollo d´intesa. In tal senso – afferma ancora Silvio Parzanini - forse sarebbe utile verificare almeno due dati: cosa c´è in termini di eventuale inquinamento nel terreno della Franciacorta dopo decenni di trattamenti e cosa si trova nelle acque superficiali per effetto del dilavamento dei terreni trattati per esempio controllando le acque del Longherone e del laghetto del Pai di Cazzago.» 
Avere un quadro della situazione - osserva Legambiente - è certamente utile per definire le azioni da compiere. «Secondo la nostra opinione – conclude il presidente di Legambiente Franciacorta - pare esserci la volontà di tutte le parti di affrontare con la giusta determinazione questa problematica. Ora facciamo in modo che ciò porti a risultati concreti in modo che ne guadagni la Franciacorta come terra di grandi vini e la salute dei cittadini, ora decisamente preoccupati della situazione».F.SCO.

FRANCIACORTA: NON SOLO VINO

In questo periodo, al monastero di S.Pietro in Lamosa, si sta svolgendo il convegno sul “Piano strategico della Franciacorta”: l'obiettivo è quello di unire 19 comuni per un progetto unitario di valorizzazione della zona, sotto l’aspetto economico, sociale e culturale.
Qui un articolo del Giornale di Brescia del 30 ott. 2011, dove viene messa in risalto l’eccessiva cementificazione:
«Basta cemento o il vino rischia»

PROVAGLIO D'ISEO «Se non si cambia, se non si smette di gestire il territorio nella maniera disinvolta con cui si è fatto negli ultimi anni, la Franciacorta vitivinicola non andrà avanti. Anzi, non potremo nemmeno mantenere l'attuale posizione». Parole di Maurizio Zanella, presidente del Consorzio per la Tutela del Franciacorta. Il suo intervento ieri mattina è stato un appello agli enti locali, affinché «valorizzino il patrimonio Franciacorta. Il progetto del vino non esiste se non c'è corrispondenza fra la qualità del prodotto e la qualità del territorio di provenienza. Basta cemento inutile». Il Consorzio di Tutela crede «al Piano strategico e si impegnerà anche finanziariamente per la sua redazione». Il Piano strategico - frutto di studi e ragionamenti fra i soggetti pubblici e privati - definirà problemi, temi, progetti concreti sul futuro dell'area. Zanella, però, ha posto un paletto: «Partecipiamo a patto che i confini della Franciacorta coincidano con quelli definiti per il Consorzio nella Gazzetta Ufficiale». Niente Castegnato, per dire, che pure è fra i 19 Comuni che hanno promosso lo studio preliminare al Piano strategico. «Non è per escludere: semplicemente non possiamo operare al di fuori di quel perimetro». Ciò non toglie - secondo Zanella - che altri Comuni possano partecipare in forma indiretta.
Sulla necessità che la Franciacorta parli come soggetto unico si sono soffermati Antonio Apparato, della Camera di Commercio («Noi ci siamo», ha ribadito), Giovanni Frassi, presidente della Fondazione Cogeme che ha tirato i fili del progetto («Adesso tocca ai sindaci darsi da fare»), Giuseppina Martinelli, primo cittadino di Provaglio.
Il sindaco di Rovato, Andrea Cottinelli, ha sottolineato l'esigenza di «considerare la Franciacorta nel suo insieme. Bisogna redigere una sorta di piano economico, che produca valore aggiunto. Al centro del nostro progetto deve esserci il miglioramento della qualità della vita dei residenti, i turisti seguiranno. Ma è necessario coinvolgere le scuole e i cittadini, far conoscere il progetto, costruire il consenso intorno ad esso. Se no resteranno regole e buone intenzioni senza seguito. Il territorio deve capire che si sta facendo l'interesse e il bene di tutti». e. mir.
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PGT approvati o in corso permettendo, ce la faranno i 19 sindaci a frenare sul cemento?

venerdì 28 ottobre 2011

Salviamo un pezzo di storia: la fornace Gatti

Leggiamo sul Giornale di Brescia (28 ottobre 2011) che uno degli autori del libro sulla storia del lavoro nelle fornaci a Corte Franca si è rivolto al sindaco di Iseo:

Lettera al sindaco per salvare la storica fornace Gatti
ISEO Chi percorre via Ponticelli a Colombaro, dopo aver superato via Fornace, non può fare a meno di incontrare in fregio, situata proprio sul ciglio della strada la fornace Gatti sul confine di Clusane e quindi nel territorio di Iseo. L'antica fornace dove si cocevano i mattoni fa corpo unico con una cascina dal bel comignolo in terracotta, ma anche da quattro resti di gradini ubicata sulla facciata esterna del fabbricato che alludono ad una storia diversa da quella attuale. È però nella penombra che si coglie la reale struttura della parte più vecchia dell'edificio, che può vantare, ancora un buono stato di conservazione, la Fornace Gatti che purtroppo nel tempo è stata invasa da arbusti, erbacce e rovi. In una lettera inviata al sindaco Riccardo Venchiarutti, Fausto Brescianini (autore del libro Fornaci a Corte Franca) ed il parroco don Gian Mario Ferrari si fanno porta voci della necessità di ripulire la struttura e magari inserirla in un percorso didattico per i turisti e gli studenti che potrebbero scoprire la storia delle fornaci e quella inerente la fabbricazione dei laterizi.


Il libro citato nell'articolo è il frutto di cinque anni d’impegnativo lavoro del Gruppo Culturale Corte Franca, il quale, mosso da immenso amore per la propria terra, perché non fosse cancellato del tutto un pezzo importante della storia del paese, ha raccolto testimonianze di un mondo che non c’è più, quello del lavoro manuale nelle fornaci, registrando con pazienza ciò che era rimasto solo nella memoria delle persone.
Ora, grazie a questa importante opera di recupero, troviamo tutto scritto.

Nella parte introduttiva del testo si legge che a motivare la ricerca è stata proprio la constatazione del fatto che non fosse rimasta traccia di complessi che avevano rappresentato un riferimento essenziale per intere generazioni, e avevano costituito anche un segno forte nel paesaggio, soprattutto quando si eran dotate di alte ciminiere.
Possiamo quindi ben comprendere l’appassionata richiesta di salvare almeno quel che rimane della fornace al confine con Corte Franca.

Il libro è stato messo a disposizione della popolazione nel settembre del 2008, ma è anche fruibile on-line, sul sito Web del Comune (qui).