Dopo il parere del presidente dei costruttori sulla necessità di puntare sulla riqualificazione
del patrimonio edilizio esistente, ecco il punto di vista del Circolo
Legambiente Franciacorta, che rimarca la miopia di molti amministratori locali
nel continuare a urbanizzare aree agricole.
Fonte: Bresciaoggi,
martedì 24 luglio 2012 – LETTERE – Pagina 45
Egregio direttore, in
data 13 luglio sul suo giornale ho letto con molta attenzione l´intervista al
presidente del Collegio Costruttori di Brescia per alcune affermazioni
importanti che credo meritino l´apertura di un dibattito vero, perché riguarda
una questione politica ed economica fondamentale per Brescia.
Cosa ha detto di così
importante il presidente dei costruttori edili: che a Brescia si è costruito
troppo e male, che non servono altre cubature e non c´è bisogno di costruire
altri appartamenti, uffici e capannoni, ma dobbiamo valorizzare il patrimonio
immobiliare esistente da mettere a norma e dai consumi energetici troppo alti,
un patrimonio da riqualificare e ristrutturare e che i sindaci che vivacchiano
sugli oneri di urbanizzazione sbagliano.
Ho letto anche con molta
attenzione un opuscoletto che riassume le proposte scaturite in un recente
convegno regionale del PD sul consumo del suolo, in tutti gli interventi si
biasima l´eccessiva urbanizzazione e si scrive testualmente (prof.ssa Maria
Cristina Treu) «non abbiamo bisogno di nuove abitazioni e di nuovi capannoni;
abbiamo bisogno di interventi di riqualificazione dell´esistente», concetto
ribadito da tutti gli altri intervenuti.
Non conosco la posizione
sul tema dello schieramento di centrodestra, forse perché non ne hanno e
lasciano alla presunta autoregolamentazione del mercato (che vediamo dove ci ha
portato), ma a prescindere da ciò la politica più avveduta e consapevole deve
intervenire e chiedere conto a quei sindaci che continuano con miopia,
avvalendosi delle prerogative della L.R. 12 che dà a loro e solo a loro mano
libera sull´uso del suolo, a perpetuare questo inutile e tanto dannoso scempio.
Perché ACB (associazione
comuni bresciani) e la Provincia non ci dicono quanti ettari di terreno si
trasformeranno da agricolo a urbanizzato se venissero concretizzate le
previsioni dei PGT approvati da tantissimi comuni e soprattutto se intendono
intervenire?
Noi abbiamo fatto una
piccola indagine con alcune banche e abbiamo capito che circa il 30% delle
famiglie avrebbe a disposizione quei 20/30.000 euro da utilizzare per
ristrutturare dal punto di vista ecologico (cappotto, fotovoltaico, ecc.) o
mettere a norma le proprie case, una disponibilità finanziaria di circa 20
milioni di euro per ogni medio comune bresciano, una massa di denari veri in
grado di dare lavoro buono e utile alla nostre imprese edili determinando anche
un netto miglioramento dell´ambiente e della qualità della vita, questo
dovrebbe essere incentivato da un vero «piano casa».
Riassumendo le imprese
edili dicono che non serve costruire nuove case e capannoni, le forze politiche
più avvedute dicono altrettanto, perché i comuni, anche quelli amministrati
dalle forze politiche più avvedute, continuano invece imperterriti nello
scempio?
Valgano solo come esempio
il caso di Roncadelle, dove sfacciatamente si vogliono fare nuovi interventi di
grande distribuzione in una zona già più che satura, e il caso di Castegnato,
dove il nuovo PGT, dati alla mano certamente il peggiore della zona, prevede
una trasformazione d´uso di oltre 500.000 mq di aree per lo più agricole (un
settimo del territorio ancora disponibile che se ne va in un sol colpo), alle
quali vanno aggiunte le aree distrutte da BRE-BE-MI e TAV, comune amministrato
dal centrosinistra compresa Rifondazione Comunista, quale coerenza, quale
virtuosità?
Silvio
Parzanini
PRESIDENTE
CIRCOLO LEGAMBIENTE FRANCIACORTA
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