In
breve quanto discusso e deciso:
- seduta stante, dalla sedia della
platea comunale a quella di consigliere: Elena Bonomelli, la prima
dei non eletti della lista 5, occupa il posto lasciato libero in seguito alle
dimissioni di Giuseppe Fogazzi.
- approvati i vari piani
di recupero/attuativi in precedenza adottati, cioè quello di via Don Minzoni (aggiunta di
porticato destinato ad autorimessa) e di via Matteotti (realizzazione di una
unità abitativa nel centro storico di Colombaro).
Via libera anche alle
residenze di via Tito Speri, contestate nuovamente dalla lega Nord che le ha
definite “ tre capannoni” che faranno compagnia alla “fattoria nordica” (così
fu chiamata dall’assessore Pizzocaro) già eretta a fianco: una somma di brutture
assolutamente fuori contesto, secondo Ernesto Campana.
- adottato con soddisfazione collegiale il Piano
attuativo d’iniziativa privata che riguarda Palazzo Ragnoli: con un progetto di
restauro conservativo si fermerà il decadimento dell’antico complesso (un
nucleo risale al 1400), conservandone la memoria storica per la comunità.
Come riferito dall'ass. Pizzocaro, le operazioni di restauro sono mirate alla
conservazione e risanamento di tutte le parti, mentre l’unica innovazione riguarderà
la realizzazione di tre unità abitative su tre piani nell’ala settecentesca, il
cui interno non è mai stato completato.
A dimostrazione di quanto fosse sentita la
necessità di valorizzare un bene che fa parte del patrimonio
storico-architettonico del paese, in previsione della delibera, l’Amministrazione
aveva eseguito un sopralluogo coinvolgendo tutti i consiglieri e i componenti
della consulta urbanistica.
Alla proprietà (SRL Benaco Costruzioni di Capriolo), dichiara l'assessore all'urbanistica, si è chiesto, trovando disponibilità, che il Palazzo, come la cappella che lo affianca, siano aperti alla comunità
in occasione di alcuni eventi, come durante le giornate del FAI o per la
celebrazione della Madonna di Tirano, a
cui è dedicata la chiesetta costruita nel 1683.
Per quanto riguarda la viabilità, dai banchi dell'opposizione è venuto anche il suggerimento di valutare la possibilità di allacciare il marciapiede di via Zenighe con quello di via Fornaci, ora non collegati, e di rimettere in sesto il vecchio muro, parzialmente in rovina, che delimita via Zenighe.
Qui di seguito alcune fotografie scattate dalla nostra associazione nel 2008, in un giro di perlustrazione al complesso, compresi i rustici adiacenti, in vista dell’assemblea pubblica tenuta allora sul tema "casa".
In quella circostanza, proprio riguardo al Palazzo Lana-Ragnoli, si
esprimeva “un sogno nel cassetto”: questo palazzo (seconda metà del ’600) è in vendita. In
tutte le frazioni ci sono palazzi, ville di pregio storico-architettonico. Perché
non è mai stato possibile, in tanti anni, per l’Amministrazione Comunale
vincolarne almeno uno (inserendolo nello strumento urbanistico) da mettere a
disposizione della comunità?
Per quanto riguarda la viabilità, dai banchi dell'opposizione è venuto anche il suggerimento di valutare la possibilità di allacciare il marciapiede di via Zenighe con quello di via Fornaci, ora non collegati, e di rimettere in sesto il vecchio muro, parzialmente in rovina, che delimita via Zenighe.
Qui l’arido verbale della delibera di Consiglio:
In fondo a sinistra l'ala settecentesca in cui si ricaveranno tre unità abitative |
Uno scorcio dell'androne di ingresso: portali in pietra di Sarnico |
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