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sabato 14 luglio 2012

Stop a nuove costruzioni: mettiamo mano al patrimonio esistente


Riportiamo qui l'interessante intervista al presidente del Collegio costruttori di Brescia, in cui si mette in evidenza la necessità di mettere un freno a nuove costruzioni: il patrimonio edilizio esistente è già abbastanza vasto, ora solo recupero, riqualificazione energetica e messa in sicurezza.

Fonte: Bresciaoggi, venerdì 13 luglio 2012 – CRONACA – Pagina 7
I COSTRUTTORI. Il presidente del Collegio ricorda le criticità del settore
Campana: «Valorizzare il patrimonio esistente»
«Il paradosso è che quelli che vorrebbero investire non lo fanno per paura delle troppe incognite A Brescia di nuove cubature non ce n´è bisogno»

Non ha allarmi da lanciare Giuliano Campana, perchè li ha già lanciati tutti. Non ha facile ottimismo o pessimismo da dispensare perchè i cambiamenti cui assistiamo sono rapiti e epocali. Il presidente del Collegio Costruttori di Brescia analizza, questo fa, fotografa, e l´immagine che esce è un´immagine che conosce già; la stessa che ha mostrato ai suoi associati appena incontrati in assemblea; la stessa che loro gli hanno mostrato e raccontato.
«Questo settore è in stallo - osserva Campana - lo sappiamo bene tutti, per diversi motivi tra cui anche qualcuno per il quale dobbiamo fare noi un esame di coscienza. Dico, che talvolta abbiamo costruito troppo e male, ma è anche vero che in questo settore si è infiltrata gente che non c´entra nulla».
QUELLO CHE sta avvitandosi in questi mesi è un circolo vizioso. «Il paradosso è che adesso anche chi le risorse per investire le avrebbe ha paura delle troppe incognite. Pensa: acquisterei, investirei, ma se la mia situazione precipita, se mio figlio perde il lavoro...»
Non per la prima volta Campana segnala che a Brescia «non abbiamo bisogno di cubature» e che la strategia deve essere un´altra: «Dobbiamo semmai - spiega - valorizzare il patrimonio immobiliare che abbiamo. Gli edifici che sono da mettere a norma e che hanno consumi energetici troppo alti. Un patrimonio da riqualificare e ristrutturare».
Una ricetta per frenare i devastanti effetti della crisi economica che ha mietuto moltissime vittime tra gli operatori: «Proprio durante l´asemblea il presidente dei costruttori genovesi ci ha detto che a Genova negli ultimi tre mesi sono fallite 30 imprese. Questo per dire che ci sono problemi ovunque. Brescia non è più fortunata, anzi. C´è ad esempio - precisa Campana - un calo demografico da anni, che impatta sulla domanda di nuove abitazioni. Anche qui sono fallite molte imprese. Tra le iscritte al collegio edile negli ultimi dieci anni hanno chiuso in seicento, anche se stiamo parlando di imprese anche di un solo dipendente. Quanto invece a quelle iscritte alla nostra associazione, sono poche quelle che hanno chiuso i battenti. Va comunque detto che soffrono di più le imprese più strutturate, che debbono affrontare costi fissi alti».
I TASTI DOLENTI, i fattori che rendono la vita difficile a tanti operatori, sono numerosi. Campana ricorda in proposito che in questa fase le imprese non hanno facilità nell'accesso al credito, sono esposte verso le banche da precedenti investimenti e non rientrano dei crediti con le pubbliche amministrazioni e gli enti che ritardano o bloccano a lungo i pagamanti per rimanere dentro il patto di stabilità.
Al Governo attuale, il presidente dei costruttori bresciani, riconosce maggiore attenzione rispetto al precedente: «Vi sono stati incentivi al rilancio del settore - ammette - anche se noi continuiamo a fare proposte perchè occorre fare di più».
In merito Campana più di una volta in questi mesi ha ricordato che di cubature non ce ne è bisogno, che costruire appartamenti, uffici, capannoni non serve. «Invece dovremmo valorizzare il patrimonio di edifici che vanno riqualificati, che non sono a norma, che hanno consumi energetici eccessivi». A proposito del mercato degli uffici ammette che può sorprendere che rispetto ai segnali del mercato si sia costruito o programmato tanto direzionale e terziario. Tuttavia non sempre i segnali sono univoci. «Se prendo ad esempio il centro Futura che ha realizzato la mia impresa - dice -, gli uffici non solo sono stati i primi che ho venduto, ma vista la domanda ho trasformato alcuni piani di appartamenti in uffici». Sottolinea come in questa congiuntura le tradizionali politiche urbanistiche che fanno leva sugli oneri di urbanizzazione siano in crisi. E comunque «da parte dell´amministrazione Paroli troviamo disponibilità all´ascolto». Ma ripete, «mettiamo mano al patrimonio esistente». E.B.

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