Giornale di Brescia 29 dicembre 2012 (il link all'articolo)
Crisi
dell’edilizia, Vela spa chiede il concordato
Dopo la «Prefabbricati», anche la
capogruppo ha depositato in Tribunale la domanda
CORTE FRANCA Una crisi dell’edilizia che sembra non avere fine. E che settimana dopo settimana miete nuove vittime. Nei giorni scorsi avevamo dato la notizia che la società di Borgonato di Corte Franca, la Vela Prefabbricati, aveva depositato in Tribunale il ricorso per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo. La vigilia di Natale, il 24 dicembre, anche la capogruppo Vela spa ha gettato la spugna, procedendo al deposito di domanda di concordato (cosiddetto «in bianco»). La richiesta è stata presentata dall’avvocato Giuseppe Amato (dello studio Amato Matera &Associati) e l’azienda ora è in attesa di conoscere il nome del giudice relatore e il termine entro il quale presentare il piano di concordato e la documentazione prevista dalle nuove normative.
Ricordiamo che il gruppo Vela occupa
in totale 350 dipendenti. Mentre la capogruppo, Vela spa, occupa attualmente
142 dipendenti. Al sito di Corte Franca, dove è cessata la produzione, fanno capo
51 dipendenti (28 dei quali impiegati), per questi lavoratori i sindacati nei
giorni scorsi avevano ratificato in Regione l’accordo per la cassa
straordinaria per crisi aziendale. Produzione ferma anche nelle fornaci di
Molino di Argenta (Ferrara, dove lavorano 24 dipendenti) e di Bologna (31
dipendenti). Mentre alla fornace di San Giovanni fanno capo 36 dipendenti. Sul
sito di Mantova - l’unico funzionante - nei giorni scorsi si parlava di una
possibile cessione e dell’interessamento di alcuni investitori.
Sulla situazione del gruppo Vela ha
pesato fortemente la crisi dell’edilizia in Italia. Negli ultimi cinque anni,
dal 2007 al 2011, produzioni e vendite sono diminuite circa del 50%, mentre nel
2012 si è registrata un’ulteriore e inaspettata diminuzione del 25%. Non solo,
la crisi ha determinato una forte competizione anche in materia di prezzi, con
conseguente drastica diminuzione dei ricavi e quindi dei margini. Fattori che
hanno ridimensionato pesantemente la capacità del gruppo Vela, costretto alla
chiusura dei siti sopra citati.
Già nel 2011 il gruppo Vela, aveva
avviato un processo di ristrutturazione del debito bancario, impegno continuato
anche nel corso del 2012. Ma la ripresa del settore non accenna ad arrivare ed
il piano pluriennale (strategico industriale e organizzativo) della società è
stato oggetto di molteplici revisioni, in un contesto di continuo aggravamento
della situazione del settore. Fino all’epilogo del 24 di- cembre. Ora si
attende il nuovo piano di concordato. Per i lavoratori del gruppo, quello
trascorso nel 2012 non è stato un bel Natale. raga.
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