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sabato 17 settembre 2011

Cartelli in Franciacorta. Mani ignote, ma consapevoli.

Apprendiamo dal Giornale di Brescia (16 sett. 2011) che ad Erbusco durante la notte mani ignote hanno modificato diversi cartelloni pubblicitari del «Franciacorta». Sui pannelli, posizionati fra i filari dei vigneti che accompagnano l'autostrada, sono stati applicati degli striscioni di carta.
Obiettivo: modificare il senso di promozione enologica e turistica del cosiddetto «brand» Franciacorta. Il tono dei messaggi veleggia fra l'ironia e la denuncia politica. Emblematico quanto accaduto al grande cartellone posto ai piedi del Monte Orfano, a Erbusco, dove sopra la scritta «Franciacorta» è comparsa la frase «Veleni, sfruttamento e cemento».

Per i “veleni e sfruttamento" vi rimandiamo ai post precedenti.
Per il “cemento” basterebbe guardarci intorno e valutare le previsioni dei vari PGT dei comuni della Franciacorta.
A questo proposito vi segnaliamo anche un articolo di Bresciaoggi, che offre una efficace fotografia della situazione in provincia di Brescia, e il comunicato stampa di Legambiente Lombardia  "Cementificazioni: saldi di fine stagione per 688 comuni", in cui l'associazione denuncia gli effetti del “Decreto Sviluppo” che, in Lombardia come in tutte le regioni italiane, consente che i Piani Attuativi comunali siano adottati e approvati con un rapido passaggio al chiuso della Giunta Comunale, senza sottoporsi alla discussione e alla votazione in Consiglio.

Qui l'articolo tratto da  Bresciaoggi (14 settembre 2011) :
LA SCHEDA. Dall'intera provincia fioccano richieste di edificabilità su aree agricole strategiche
Il trend: più cemento per tutti

Arriva dalla Valcamonica il «grosso» delle domande: centri turistici e campi da golf al posto di pascoli e boschi
Fra le 135 richieste figura anche una zona agricola attorno all´autodromo di CastrezzatoSono 47 su 206 (un quarto del totale) i Comuni bresciani che hanno chiesto alla Provincia di poter cementificare più zone agricole di quanto concesso nel Piano territoriale di coordinamento. Un'inversione di tendenza, dunque, rispetto al processo, pur timido, che negli ultimi anni aveva aumentato le tutele formali per le aree di pregio del territorio, e in particolare per l'agricoltura.

Le richieste più «esose» sono quelle di Ponte di Legno e di Roccafranca (che hanno chiesto quasi un raddoppio dell'area urbanizzata), seguite da quelle di Niardo, Cologne, Losine, Vione e Temù (nei boschi e pascoli di questi due Comuni si vuole realizzare un campo da golf).

Insomma, se ad oggi nel Bresciano si cementificano 2 ettari al giorno di territorio (dossier Legambiente 2009  ), non pare che il futuro riservi un'attenzione migliore all'ambiente, al paesaggio e alle aree con una storica e forte vocazione agricola.

Cospicue le richieste della Valcamonica: oltre ai Comuni citati, ricordiamo Artogne e Piancogno, dove sembra di evincere che le amministrazioni intendano superare la crisi economica aprendo nuove possibilità al «mattone». Non è da meno Castrezzato (ha chiesto di togliere i vincoli a fianco dell'autodromo di Franciacorta), ma vogliono meno aree agricole anche Marcheno (Valtrompia), Seniga (Bassa estrema), Moniga del Garda, Nuvolera e Prevalle.

Montirone anziché far leva sul pasticcio giuridico della Provincia (che ha messo nel piano cave la cava Cascina Betulla, vincolata ad area agricola strategica) chiede di far cadere i vincoli. Il che, come effetto collaterale, finirebbe per cosituire un assist ai cavatori.

Ci sono poi richieste che prevedono compensazioni (altre zone verdi al posto di quelle richieste come edificabili): è il caso di Capriolo, Angolo Terme (vuole rendere turistiche zone agricole alla Presolana), Darfo Boario, Paitone, Palazzolo, Erbusco, Desenzano.
Curiosità: unico comune a volere meno cemento è San Felice del Benaco.P.GOR.

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