Riportiamo qui l'interessante intervista al presidente del Collegio costruttori di Brescia, in cui si mette in evidenza la necessità di mettere un freno a nuove costruzioni: il patrimonio edilizio esistente è già abbastanza vasto, ora solo recupero, riqualificazione energetica e messa in sicurezza.
Fonte: Bresciaoggi, venerdì
13 luglio 2012 – CRONACA – Pagina 7
I COSTRUTTORI. Il
presidente del Collegio ricorda le criticità del settore
Campana:
«Valorizzare il patrimonio esistente»
«Il paradosso è
che quelli che vorrebbero investire non lo fanno per paura delle troppe
incognite A Brescia di nuove cubature non ce n´è bisogno»
Non ha allarmi da
lanciare Giuliano Campana, perchè li ha già lanciati tutti. Non ha facile
ottimismo o pessimismo da dispensare perchè i cambiamenti cui assistiamo sono
rapiti e epocali. Il presidente del Collegio Costruttori di Brescia analizza,
questo fa, fotografa, e l´immagine che esce è un´immagine che conosce già; la
stessa che ha mostrato ai suoi associati appena incontrati in assemblea; la
stessa che loro gli hanno mostrato e raccontato.
«Questo settore è
in stallo - osserva Campana - lo sappiamo bene tutti, per diversi motivi tra
cui anche qualcuno per il quale dobbiamo fare noi un esame di coscienza. Dico,
che talvolta abbiamo costruito troppo e male, ma è anche vero che in questo
settore si è infiltrata gente che non c´entra nulla».
QUELLO CHE sta
avvitandosi in questi mesi è un circolo vizioso. «Il paradosso è che adesso
anche chi le risorse per investire le avrebbe ha paura delle troppe incognite.
Pensa: acquisterei, investirei, ma se la mia situazione precipita, se mio
figlio perde il lavoro...»
Non per la prima
volta Campana segnala che a Brescia «non abbiamo bisogno di cubature» e che la
strategia deve essere un´altra: «Dobbiamo semmai - spiega - valorizzare il
patrimonio immobiliare che abbiamo. Gli edifici che sono da mettere a norma e
che hanno consumi energetici troppo alti. Un patrimonio da riqualificare e
ristrutturare».
Una ricetta per
frenare i devastanti effetti della crisi economica che ha mietuto moltissime
vittime tra gli operatori: «Proprio durante l´asemblea il presidente dei costruttori
genovesi ci ha detto che a Genova negli ultimi tre mesi sono fallite 30
imprese. Questo per dire che ci sono problemi ovunque. Brescia non è più
fortunata, anzi. C´è ad esempio - precisa Campana - un calo demografico da
anni, che impatta sulla domanda di nuove abitazioni. Anche qui sono fallite
molte imprese. Tra le iscritte al collegio edile negli ultimi dieci anni hanno
chiuso in seicento, anche se stiamo parlando di imprese anche di un solo
dipendente. Quanto invece a quelle iscritte alla nostra associazione, sono
poche quelle che hanno chiuso i battenti. Va comunque detto che soffrono di più
le imprese più strutturate, che debbono affrontare costi fissi alti».
I TASTI DOLENTI,
i fattori che rendono la vita difficile a tanti operatori, sono numerosi.
Campana ricorda in proposito che in questa fase le imprese non hanno facilità
nell'accesso al credito, sono esposte verso le banche da precedenti
investimenti e non rientrano dei crediti con le pubbliche amministrazioni e gli
enti che ritardano o bloccano a lungo i pagamanti per rimanere dentro il patto
di stabilità.
Al Governo
attuale, il presidente dei costruttori bresciani, riconosce maggiore attenzione
rispetto al precedente: «Vi sono stati incentivi al rilancio del settore -
ammette - anche se noi continuiamo a fare proposte perchè occorre fare di più».
In merito Campana
più di una volta in questi mesi ha ricordato che di cubature non ce ne è
bisogno, che costruire appartamenti, uffici, capannoni non serve. «Invece
dovremmo valorizzare il patrimonio di edifici che vanno riqualificati, che non
sono a norma, che hanno consumi energetici eccessivi». A proposito del mercato
degli uffici ammette che può sorprendere che rispetto ai segnali del mercato si
sia costruito o programmato tanto direzionale e terziario. Tuttavia non sempre
i segnali sono univoci. «Se prendo ad esempio il centro Futura che ha
realizzato la mia impresa - dice -, gli uffici non solo sono stati i primi che
ho venduto, ma vista la domanda ho trasformato alcuni piani di appartamenti in
uffici». Sottolinea come in questa congiuntura le tradizionali politiche
urbanistiche che fanno leva sugli oneri di urbanizzazione siano in crisi. E
comunque «da parte dell´amministrazione Paroli troviamo disponibilità
all´ascolto». Ma ripete, «mettiamo mano al patrimonio esistente». E.B.